Analisi sui terreni senza alcuna validità scientifica, come quelle bocciate dall’Usl3 sulle uova contaminate
Ancora pericoloso allarmismo da parte del comitato che si oppone al termovalorizzatore che a Fusina trasforma in energia elettrica il Combustibile solido secondario ricavato dai rifiuti che attualmente non possono essere riciclati, tornato a farsi sentire dopo un lungo periodo di silenzio, causato dalla bocciatura dei ricorsi da parte del Tar, del Consiglio di Stato e perfino dell’Unione europea. L’allarme, questa volta, riguarda la concentrazione di Pfas (le sostanze perfluoroalchiliche) che sarebbe stata rilevata in campioni di terreno raccolti - da quanto si legge senza alcuna validazione scientifica - in un parco giochi di via Moranzani e in un terreno incolto di Fusina.
Esattamente lo stesso metodo utilizzato qualche mese fa, quando lo stesso comitato aveva annunciato di avere trovato uova contaminate in quattro pollai domestici di Villabona, Malcontenta, Marghera e Oriago. Anche in questo caso, si trattava di analisi senza alcuna validazione scientifica, tanto che l’Usl3 Serenissima aveva precisato di svolgere periodicamente analisi e campionamenti di alimenti anche in quelle zone, senza peraltro riscontrare inquinanti oltre le soglie di legge. Aveva inoltre ricordato che non sempre le produzioni familiari sono sinonimo di sicurezza alimentare, dal momento che non devono sottostare alle regole dei prodotti in vendita. E che le pratiche ritenute tradizionali (ad esempio, spargimento sul terreno delle ceneri della stufa, combustione all’aperto di legnami o rifiuti) spesso risultano dannose.Infine, essendo le aree in cui erano state raccolte le uova nelle vicinanze del Sito di interesse nazionale, risulta inopportuno utilizzarle per coltivazioni o allevamenti senza prima un’adeguata caratterizzazione.
Quindi, analisi senza validità e, proprio come in questo caso, inutili e pericolosi allarmismi in vista dell’ennesima assemblea pubblica organizzata dal comitato. Ancora una volta poi l’accanimento nei confronti dell’impianto pubblico di Veritas - moderno, adeguato e di ridotte dimensioni - evidenzia come il comitato voglia fare giustizia di un centinaio di anni di industria e di inquinamento di Porto Marghera e delle migliaia di punti di emissione presenti nella Pianura padana a spese di un impianto a gestione pubblica e dal minimo impatto. Anche a costo di incrementare il traffico dei camion necessari a spostare i rifiuti in giro per l'Europa (con evidente crescita dei livelli di smog e inquinamento) o alimentando discariche infinite.