Sindaca Andreotti: “Dichiarazioni spregiudicate e inqualificabili”.
Rolando Damiani, ex assessore all’Ambiente del Comune di Noale, dichiara che l’ex discarica di Ca’ Barbiero - la cui gestione post mortem è stata affidata a Veritas dall’Amministrazione comunale - inquinerebbe le falde con sostanze nocive per l’ambiente e la salute pubblica. Sono affermazioni molto gravi, assolutamente infondate e destinate a creare inutile allarme tra i cittadini. “Trovo spregiudicato e inqualificabile che il consigliere Damiani metta in dubbio il lavoro che Veritas svolge con serietà nell’ex discarica Ca’ Barbiero – dichiara la Sindaca di Noale, Patrizia Andreotti - Addirittura, in questo caso si paventa un possibile inquinamento delle falde e del sistema idrico circostante rischiando di mettere in allarme la popolazione. Ma a che scopo? Veritas, insieme ad Arpav, verifica costantemente sia l’interno che l’esterno della discarica e i valori sono stabili e controllati da anni. Questo lo sa bene anche Damiani che, tuttavia, non si fa problemi a gettare fango sul lavoro altrui pur di ottenere un po’ di visibilità”.
La presenza di arsenico, ferro e manganese nei terreni e nelle acque di falda della bassa pianura veneta è un avvenimento naturale e frequente, riconducibile alla geologia dei terreni, che derivano da fenomeni di deposizione dei fiumi. Superamenti dei valori di questi elementi sono evidenziati in tutte le ex discariche soggette a monitoraggio ambientale (Chioggia, Mirano, Jesolo, San Donà, Portogruaro e, appunto, Noale) al punto che, in collaborazione con Arpav, negli anni sono state condotte specifiche campagne di studio e analisi che hanno evidenziato la non riconducibilità di queste anomalie all’inquinamento provocato dalle discariche.
In particolare, per quanto riguarda Ca’ Barbiero, il superamento dei valori di legge di arsenico, ferro e manganese era stato evidenziato già a partire dal 2005, quando il Comune era diventato proprietario del sito e aveva eseguito una serie di indagini e approfondimenti ambientali che hanno permesso di ricondurre il fenomeno a probabili origini naturali. Erano state quindi eseguite ulteriori analisi e gli Enti interessati avevano aperto un tavolo di confronto che, fin da subito, aveva confermato la riconducibilità del superamento a fenomeni naturali. In aggiunta, erano stati richiesti ulteriori controlli, anche con l’installazione di nuovi piezometri in posizioni distanti, così da monitorare le falde meno influenzate dalla presenza della discarica.
Nel 2011 (quando Damiani era assessore) i rilievi specifici erano stati illustrati nel corso di una riunione tecnica tra gli enti di controllo e di nuovo era stata riconosciuta la probabile origine naturale del fenomeno, con la richiesta di avvio di un monitoraggio a lungo termine. I rilevamenti richiesti sono stati sempre effettuati con cadenza semestrale, con prelievi e analisi chimiche presso laboratori accreditati che hanno evidenziato parametri costanti e in molti casi superiori ai limiti di legge. A conferma di queste tesi, la maggiore presenza di arsenico, ferro e manganese viene in genere rilevata nei piezometri più distanti rispetto alla discarica. In particolare, il valore dell’arsenico rilevato all’esterno risulta maggiore di quello presente nel percolato della discarica, analizzato ogni anno. Altri inquinanti non sono invece presenti.
Tutti risultati delle indagini e delle analisi sono stati e sono periodicamente trasmessi al Comune di Noale. A giugno 2018, Arpav ha eseguito un controllo analitico presso la discarica, confermando i valori sempre riscontrati da Veritas e ha concluso che “E’ possibile che la presenza di tali elementi nelle acque sotterranee sia compatibile con un’origine naturale”. I risultati sono stati trasmessi, oltre che al Comune, anche alla Regione Veneto e alla Città metropolitana di Venezia. Inoltre, dal momento che la struttura di via Bigolo è certificata ISO:14001, anche l’ente di certificazione ha preso costantemente visione dei rilevamenti effettuati e dell’origine naturale dei superamenti. Infine, la previsione della durata della post gestione (anche questa oggetto delle dichiarazioni dell’ex assessore Damiani) si basa su una proiezione del tempo di degradazione necessario a eliminare la sostanza organica ancora presente nei rifiuti e rinvenuta nel percolato.