In circa un anno di attività della prima linea dell’impianto, l’utilizzo di 30.000 tonnellate di Combustibile solido secondario (Css) e biomassa ha prodotto energia elettrica per quasi 20.000 megawatt. Durante il funzionamento, gli Enti preposti hanno assicurato tutti i controlli previsti, senza che peraltro fossero riscontrate irregolarità o sforamenti dei limiti di legge, che l’impianto rispetta rimanendo ben al di sotto delle soglie previste.
I comitati e chi contesta dicono che l’impianto non è necessario, ma che invece servono ulteriori politiche per aumentare la raccolta differenziata.
Ma cosa ne sanno delle necessità del territorio? Nulla: non sanno come si affronta la stagionalità, come si organizzano iniziative rivolte ai cittadini o agli studenti per promuovere una raccolta dei rifiuti sempre più efficace, tale da collocare Venezia ai vertici nazionali della differenziata.
I comitati non sanno nemmeno quante difficoltà si incontrano nel sensibilizzare l'opinione pubblica a conferire bene i rifiuti, perché non conoscono e non hanno capito come è fatto un territorio così complesso e turistico come il nostro, che quindi deve essere tenuto al riparo da emergenze ambientali.
E’ forse necessario affidarsi ai comitati per sapere come gestire i rifiuti urbani?
Se è vero che c’è bisogno di un ulteriore impegno da parte dei cittadini (compresi quelli che contestano) per separare meglio i rifiuti ed eliminare scarti ed errori dalla differenziata, è pur vero che il nostro territorio ha già raggiunto, in largo anticipo rispetto al 2035, l’obiettivo europeo del 65% di differenziata, è abbondantemente sotto il limite massimo del 10% di utilizzo della discarica e supera la quota del 25% di rifiuto urbano che non può essere riciclato in alcun modo, dal quale recuperare energia.
Sono risultati che questo territorio ha già raggiunto da tempo. Nel 2020, infatti, i 45 Comuni di Veritas (la Città metropolitana di Venezia e Mogliano Veneto) sono arrivati al 73,28% di differenziata, solo il 3% di quanto raccolto è stato portato in discarica, mentre dal trattamento del secco residuo si ricavano 60.000 tonnellate di Css, che poi diventano energia elettrica. Quindi, il 97% del totale in peso dei rifiuti è stato riciclato o trasformato in energia elettrica.
Vale inoltre la pena ricordare che nel quinquennio 2016-2020, la quantità di rifiuti prodotti e raccolti nel nostro territorio è diminuita del 23,45% (da 163.079 tonn del 2016 a 124.829 del 2020) mentre la differenziata è cresciuta dal 64,52% del 2016 al 73,28 del 2020.
Sono dati certi e incontestabili. Infatti, tutti i flussi dei nostri rifiuti sono tracciati e certificati, ponendo questo territorio ai vertici nazionali ed europei.
Ogni altro discorso, numero o previsione fatta dai comitati è purtroppo frutto di fantasie, di distorsioni della realtà o di modelli talmente teorici da risultare inapplicabili nell'immediato. Compresi gli slogan e le elucubrazioni sul rifiuto zero, che fanno riferimento a politiche e leggi che non esistono.